TRASLOCARE • TO MOVE


[English version below]

TRASLOCARE.

Dopo due mesi a Buddhanagar, in un appartamento piccolo, umido, buio e scomodo abbiamo deciso che era ora di salpare verso nuovi lidi.
La ricerca è stata infinita ed estenuante come una traversata oceanica su una piccola caravella di legno, ma dopo un lungo peregrinare abbiamo avvistato la costa e siamo sbarcati sulla terra promessa. 

Nel tardo pomeriggio di domenica siamo rientrati da una biciclettata sulle colline a nord di Kathmandu, abbiamo riempito le valigie (a dirla tutta non le avevamo mai svuotate), abbiamo chiamato tre taxi alla modica cifra di 1100 rupie (poco più di 10 euro) e siamo partiti alla volta di Sanepa, una zona residenziale nel distretto di Lalitpur. Il trasloco più rapido ed economico della storia.

Ci è spiaciuto abbandonare Buddhanagar, un quartiere di soli nepalesi, dove ormai tutti ci conoscevano e conoscevamo tutti, ma è difficile descrivere l'entusiasmo con cui abbiamo raggiunto la nostra nuova dimora.


Certo, va detto che ci sono pro e contro, ogni rosa ha le sue spine.

Innanzitutto non siamo più in un appartamento, ma in una casa a tre piani, e fare ogni giorno le scale rappresenta uno sforzo di una certa entità. La casa, inoltre, è luminosissima: i nostri corpi hanno ripreso la produzione di melanina, ma tutta questa luce solare ci sembra anormale, giriamo in casa con gli occhiali da sole ed è quasi certo che a breve perderemo la vista. L'assenza di umidità rappresenta un grosso problema: Natale si avvicina e non avendo più il muschio che cresce sulle caviglie dovremo ingegnarci per addobbare il presepe.

La questione dei bagni è tra le più annose. Averne quattro a disposizione ci mette ogni mattina di fronte a scelte importanti e non essendo dotati di cessi alla turca ma di banalissimi e comunissimi water non stiamo più facendo squat e la nostra tonicità muscolare ne risente.

La cucina è spaziosa, troppo spaziosa. Sarebbe un sacrilegio lasciarla intonsa, quindi smetteremo di frequentare le bettole e ci toccherà cominciare a cucinare. La casa, lentamente, contribuirà a sfaldare il gruppo: alla sera, nel vecchio appartamento, guardavamo i film tutti ammassati sul mio materasso, ma ora abbiamo un piccolo salottino e quella magica intimità andrà a svanire.

Che dire poi della terrazza? Se prima non avevamo alcuno spazio per appendere i vestiti bagnati e portavamo tutto in lavanderia, ora non abbiamo più scuse e siamo costretti a lavarci la roba. Avere, inoltre, i pannelli termici sul tetto contribuirà sicuramente al mio decadimento fisico: prima mi sarei iscritto in palestra solo per fare tre docce bollenti a settimana, ma ora che anche a casa abbiamo l'acqua calda ho perso ogni tipo di motivazione e diventerò presto un ciccione obeso.

In tutto questo la situazione è aggravata dalla posizione nient'affatto strategica. Sanepa è piena di bar, bakery, ristoranti e locali. La sera del nostro arrivo ho mangiato una pasta al pesto rischiando di commuovermi come una femminuccia e tutto ciò non va bene perché io sono un vero uomo e i veri uomini non si commuovono mai.

Come se tutto ciò non bastasse, Sanepa è una zona piena di ambasciate, sedi dell'ONU e ONG varie e siamo quindi costretti a incrociare quotidianamente altri visi pallidi che minano la nostra supremazia occidentale nel quartiere.

Insomma, tante difficoltà, mille ostacoli... non è facile ma teniamo duro… 8)


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[English version]

TO MOVE.

After two months in Buddhanagar, in a small, humid, dark and uncomfortable apartment we came to the conclusion that it was time to weigh anchor looking for new shores.
The search has been endless and exhausting like an oceanic crossing on a small caravel, but after a long wandering we sighted the coast and we disembarked on the promise land.

In the late afternoon of Sunday we came back from a biking trip around the northern hills of Kathmandu, we packed our bags (actually we had never unpacked them), we called three taxis for 1100 rupees (slightly more than 10 euros) and we left towards Sanepa, a residential area in Lalitpur district. The fastest and cheapest relocation ever.

We' were quite sorry to leave Buddhanagar, a completely Nepali neighborhood, where everybody knew us and we knew everybody, but it's quite difficult to describe our enthusiasm conquering our new residence.


Sure, it must be said that there are pros and cons, every rose has its thorn. 

First of all we're not anymore in an apartment, but in a three floors house, and climbing everyday the stairs represents quite an effort. Secondly, the house is incredibly luminous: our bodies have resumed the production of melanin, but all this solar light looks very abnormal to us, we wander around the house wearing sunglasses and almost surely we'll lose the sight. The absence of humidity represents a big problem, too: Christmas is getting closer and not having the moss growing on our ankles any longer we'll have to find new creative solutions to decorate the crib.

The toilet issue is very troublesome. Having four bathrooms at our disposal we face every morning the dilemma of choice; furthermore, we don't have Turkish toilets, but banal and ordinary toilet bowls, so we're not doing squats anymore and our muscular tonicity is deeply affected.

The kitchen is spacious, too much spacious. It would be a sacrilege not to use it, so we'll stop eating in the dives and we'll have to start cooking. The house will contribute to break up the group: in the evenings, in the old apartment, we used to watch movies all together on my bed, but now we have a small living room and that magic intimacy will vanish soon.

And what about the terrace? Until few days ago we didn't have any space to dry our clothes and we brought everything to the laundry, but now we don't have excuses and we're forced to wash our stuff by ourselves. Moreover, having the solar thermal collectors on the roof will certainly contribute to my physical decay: last month I was thinking to go to the gym just to take three hot showers a week, but now that we have warm water at home I've lost every kind of motivation and I'll quickly become fat and obese.

All the situation is worsened by the nonstrategic position. Sanepa is full of bars, bakeries, restaurants and clubs. The evening of our arrival I ate some pasta al pesto almost being moved to tears as a baby girl and this is not good 'coz I'm a real man and real men are never moved to tears.

If this is not enough, Sanepa is full of embassies, UN bases and many NGOs and we're forced to meet every day other palefaces which undermine our western supremacy in the neighborhood.

In short, many difficulties, a lot of obstacles... it's not easy but we hold out! 8)







Ah già, qualora vi steste chiedendo cosa si vede dalla terrazza: dite ciao all'Himalaya.
Oh, yes, in case you're wondering what we see from the terrace: say hello to the Himalaya.





4 commenti:

  1. Perfetta!
    Non manca nulla, però qualche piantina sulla terrazza...

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    1. Le piantine ci sono e per ora le innaffia il monsone.
      Vedremo nella stagione secca se riusciremo a non farle crepare...

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  2. Azz!! Adesso si che avete l'abitazione consona al ruolo!
    La sala del trono è "top secret" che non è fotografata?
    La chitarra l'ha dimenticata Apicella?
    Chissà quanti ospiti potreste avere? (capissciamme!)
    Auguri di buon lavoro a tutti!
    Laura & Giovanni.

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    Risposte
    1. Di chitarre ne abbiamo ben due, vivo con dei musicisti.
      Gli ospiti possono buttarsi in salotto sui cuscini.
      Il vero problema, ora, sarà non prendere insolazioni... ;)

      A

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