[English version below]
JANAI PURNIMA
Gli induisti di tutto il mondo hanno celebrato giovedì scorso la festività del Janai Purnima.
Il Janai è un filo di cotone che tutti gli uomini induisti avvolgono intorno al petto; ognuno di essi lo riceve al termine di una lunga cerimonia religiosa che segna il passaggio dall'adolescenza all'età adulta. Rappresenta, in pratica, l'accettazione formale dell'individuo all'interno della religione induista. Metaforicamente, il Janai identifica l'unione di corpo, mente e linguaggio e quando viene annodato simboleggia il completo controllo su questi aspetti della propria esistenza.
Solo una sola volta all'anno, durante il Janai Purnima, gli uomini induisti (in particolare le caste più alte dei Bramini e dei Chhetri) cambiano il proprio Janai con uno nuovo, all'interno di un breve rituale guidato da un prete induista in cambio di un'offerta in denaro.
Il rito del Janai viene celebrato in tutti i templi induisti, ma non solo: in ogni singola via, nelle piazze e agli angoli delle strade, infatti, è possibile incontrare numerosi preti induisti intenti a benedire e purificare i fedeli.
Durante la stessa festività, maschi e femmine di ogni età si fanno annodare al polso un braccialetto di cotone arancione, rosso e giallo, che si ritiene porti buona sorte; il tutto viene sempre eseguito da un prete induista che recita una breve preghiera e ottiene, naturalmente, una donazione.
PASHUPATINATH
Scegliamo di vivere da vicino la giornata di celebrazioni recandoci a Pashupatinath, un tempio dedicato a Shiva tra i più importanti al mondo, nonché Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO.
Sveglia alle 6, pronti, via.
Il tempio a forma di pagoda risale al diciassettesimo secolo ed è accessibile unicamente ai fedeli induisti, ma sorge all'interno di un grande parco visitabile da chiunque (a fronte del pagamento di un ticket di 500 rupie, circa 5 euro).
All'entrata del parco incrociamo decine di bancarelle di cibo e oggettistica varia, tutta l'area è invasa da fedeli e santoni intenti ad eseguire i propri riti. Qua è là si incrociano tende con musica religiosa, uomini con indosso costumi tradizionali e ovunque intorno a noi mendicanti di ogni età: adulti, anziani e bambini piccolissimi. Per molte ore saremo gli unici occidentali ad aggirarsi nei dintorni. Intorno alla pagoda principale ci sono numerosi templi e santuari. I sadhu (o presunti tali) vagano placidamente chiedendo soldi per ogni foto scattata, mentre le mucche vagano indisturbate e le scimmie si rincorrono azzuffandosi.
I FUNERALI
A pochi metri dal tempio scorre il Bagmati: il fiume è considerato sacro e Pashupatinath è l'equivalente nepalese dell'indiana Varanasi, sul sacro fiume Gange. I ghat lungo il Bagmati, infatti, sono utilizzati per le cremazioni (ma solo i membri della famiglia reale possono essere cremati esattamente di fronte al tempio). Ogni giorno vengono celebrati funerali: i corpi vengono avvolti in veli e deposti lungo la riva del fiume per essere cremati su una pira di legno. La prima cerimonia funebre inizia poco dopo il nostro arrivo: si intravede un corpo disteso sul legname, l'addetto al fuoco prepara tutto il necessario, il primo fumo inizia a fuoriuscire con un odore acre che si spande nell'aria, fino alla comparsa delle prime fiamme. Nessuno circonda la pira e questo fa pensare al funerale di un vagabondo, una persona sola o anziana, abbandonata al suo destino. Sul finire della giornata vedremo un altro funerale con diverse persone in cordoglio radunate intorno al fuoco.
Inutile dire che l'impatto culturale ed emotivo è molto forte, soprattutto agli occhi di un occidentale.
Essendo il fiume considerato sacro, sono tantissimi i fedeli che si bagnano nelle sue acque, incuranti del livello altissimo d'inquinamento e immondizia. Non è raro vedere bambini immergersi completamente alla ricerca di qualche moneta con l'aiuto di una calamita.
LA RISERVA
Percorro una lunga scalinata che porta in cima alla collina. Il sentiero diventa pianeggiante e si insinua attraverso altri edifici sacri, di fronte ai quali si susseguono benedizioni e scambi di banconote. Continuo seguendo la strada e sbuco sull'altro versante della collina dove si intravede uno scorcio di Kathmandu. Alla mia sinistra, la quiete: un'alta recinzione protegge il Mrigasthali Deer Park. La leggenda vuole che qui Shiva si sia trasformato in un cervo dorato e il luogo è oggi adibito a riserva naturale per cervi, cerbiatti e antilopi, con le immancabili scimmie che si muovono indisturbate.
LA BENEDIZIONE
Terminiamo il nostro percorso costeggiando una piccola baraccopoli sulle rive del fiume, risalendo una collina e incontrando enormi tendoni dove procedono i riti religiosi; decine di uomini e donne sono intenti a mettere in ordine migliaia e migliaia di piccoli lingam costruiti col fango (piccole raffigurazioni della mascolinità di Shiva, ma su questo magari ci ritorneremo…).
Incontriamo dei preti induisti diciassettenni avvolti nelle loro vesti gialle e arancioni. Scambiamo domande e curiosità e gentilmente ci offrono la tika, una collana e i braccialetti portafortuna. Ringraziamo e accettiamo; tutto sommato potremmo averne bisogno…
Al fondo della pagina una carrellata di foto (cliccare sulle immagini per ingrandirle).
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[English version]
JANAI PURNIMA
Hindus all over the world celebrated Janai Purnima last Thursday.
Janai is a cotton string worn across the chest by Hindu male. This thread is only given to males during a long and impressive religious ceremony which is, basically, a formal process of accepting someone in the religion.
The Janai initiates the boys into manhood and commands them to devotedly follow the religion and the path of truth.
Metaphorically, Janai is regarded as symbol of body, speech and mind, and when the knots are tied the person wearing it is supposed to gain complete control over each of them.
Once a year, on the occasion of Janai Purnima, Hindu men (especially the Brahmins and Chettris) perform their annual change of Janai during a ritual led by a Hindu priest, who receives a money offer at the end.
Janai Purnima is celebrated in every Hindu temple, but not only there: it's possible to find lots of Hindu priests busy with the blessing and the purification of the believers in every street, square and corner of the city.
During the same day, all who celebrates this festival get around their wrist a sacred thread that supposedly brings good luck; the procedure requires again the Hindu priest and, obviously, a donation.
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PASHUPATINATH
We choose to discover this celebration going to Pashupatinath, the most sacred among the temples of Lord Shiva in the world, listed in UNESCO World Heritage Sites list.
Wake-up time at 6, ready to go.
The temple is of the Nepalese pagoda style of architecture and Hindus alone are allowed to enter in the temple premises; non-Hindu visitors are allowed to visit the surrounding area (paying a ticket of 500 rupees, around 5 euros).
At the entrance of the park we find dozens of stalls selling food and other stuff, while the whole area is invaded by believers and priests busy with their rituals. Here and there we find tents with religious music, men wearing traditional costumes and everywhere around us beggars of every age group: adults, elderly and very small children. During the next few hours we'll be the only Westerners walking around. All around the main pagoda there are numerous temples and sanctuaries. Sadhus wander placidly, asking money for every picture, while the cows roam around undisturbed and the monkeys run after each other brawling.
THE FUNERALS
Bagmati flows few meters from the temple: the river is considered sacred and Pashupatinath is the Nepalese equivalent of the Indian Varanasi, on the sacred Ganges river. The ghats along Bagmati, in fact, are used for cremations (but only the royal family members can be cremated exactly in front of the temple). Every day there are funerals: the bodies are wrapped in veils and placed on the banks of the river to be cremated on a funeral pyre. The first ceremony begins soon after our arrival: we can see the body on the woods, a man preparing the ritual, the first smoke coming out giving off an acrid smell, until the first flames start to burn. There's nobody around the pyre and this leads us to think about the funeral of a tramp, an elderly person or someone left alone to his/her destiny. At the end of the day we'll see another funeral with a lot of people in grief gathered around the fire.
Useless to mention that the cultural and emotional impact is very strong, most of all for a Westener.
Since the river is considered sacred, many believers bath inside its waters, careless of the high level of pollution and litter. It's not rare to see some children plunging in, looking for some coins using a magnet.
THE RESERVE
I walk up a long flight of steps on the hill. The path becomes flat and goes around other sacred constructions, where priests and believers carry on their blessings and money donations. I continue on my way, reaching the other side of the hill where I can discern Kathmandu in the distance. On my left, the quiet: a high fence protects Mrigasthali Deer Park. Legend has it that in this place Shiva took the form of a beautiful golden deer and the whole area is today a natural reserve for deers, fawns and antelopes, with the monkeys free to move around.
THE BLESSING
We end our way passing by a small slum on the banks of the river, walking up a hill and coming across huge tents where religious rituals go on; dozens of men and women are quite busy sorting out thousands and thousands of small lingams made out of mud (depictions of Shiva's masculinity, but we'll come back on this later on, maybe…).
We meet two seventeen years old Hindu priests in their yellow and orange robes. We talk a bit, exchanging questions and curiosities, and they kindly offer us the tika, a necklace and the wristbands of good luck. We thank them accepting the gifts; all in all, we might need some of it…
Here you can find some pictures (click on the images to enlarge them).
Nota: le seguenti due immagini si riferiscono ai funerali. Non ho scattato le foto per istinto voyeuristico, ma con l'obiettivo "documentaristico" e sociologico di catturare un frammento in più della cultura che mi circonda. Chi dovesse ritenerle inappropriate o non si sentisse a proprio agio nel guardarle è pregato di astenersi dal farlo; chi fosse interessato a vederle può cliccare sul bottone "Show/hide".
Note: the following two pictures show the funerals. I didn't take these photos for voyeuristic instinct, rather pursuing a sociological aim, trying to capture one more fragment of the cultural reality that surrounds me. If you consider them to be inappropriate or if you don't feel confortable watching them, please refrain from opening these images; if you're interested in watching them please click the button "Show/hide".
fratello.... non hai perso l'istinto di catturare l'Umanità!
RispondiEliminabravo!
in bocca al lupo (che serve sempre!)
un bacio
paola
Sorella! Non so se me lo merito ma è un complimento bellissimo!
EliminaCrepi il lupo!
Un abbraccio,
A
complimenti : )
RispondiEliminaAdulatrice :)
EliminaDa un cielo totalmente azzurro, in quel di Dolcedo, in ordine rigidamente confuso:
RispondiEliminaNonna Alda: Ciao, spero che tu stia bene, lì dove sei. Stai attento (a cosa?) a tutto.
Sorella Paola: Ciao fratellone, non strafare.
Nipote Alice: Ciao zio, quando torni? Tanti baci.
Nipote Sara: Ahngaaaaaaaaaaa!
Cognato Thomas: Ciao, allenati a tennis, non mi lasciano respirare.
Zia Laura: Passatela meglio che sia possibile, sono sicura che così sarà.
Zio Giovanni: Scrivi tutto quello che ti passa dentro, per te ed anche per noi.
Un saluto collettivo con tanto, tanto affetto.
Da un cielo abbastanza grigio in una giornata tipicamente uggiosa:
EliminaNonna Alda: sto bene, mangio, mi copro bene e sto attento a tutto.
Sorella Paola: ciao sorellona, è tutto sotto controllo.
Nipote Alice: torno ta un anno, nel frattempo fai la brava e fammi dei disegni.
Nipote Sara: bucibucibucibuh!
Cognoato Thomas: allenati che quando torno ti sfido.
Zia Laura: faccio del mio meglio.
Zio Giovanni: sarà fatto.
Fatevi una grigliata alla mia salute.