QUELLO CHE (NON) HO • WHAT I (DON'T) HAVE


[English version below]

ALLACCIARE LA CINTURA E PREPARARSI ALL'IMPATTO.

Dopo circa due settimane di formazione a Palermo arriva finalmente il giorno della partenza, mercoledì 18 luglio. È una mattinata rocambolesca.Terminati gli ultimi preparativi, salutiamo il gruppo di amici diretti in India con cui abbiamo condiviso pienamente queste giornate siciliane.

Siamo rimasti in sei: Alice (mediatrice linguistica originaria di Arezzo), Giuliano (ingegnere rasta dalla provincia di Roma), Eleonora (orientalista di Varese ma cittadina del mondo), Simone (economista di Torino con un amore viscerale per l'Asia, nonché ex autista di Ferrari e Lamborghini), Emanuele (siculo di Gela, laureato in cinema, globe-trotter per vocazione) e il sottoscritto. Si parte.

Palermo centro - Aeroporto di Punta Raisi - Roma Fiumicino - Doha (Qatar) - Kathmandu (Nepal).
Intraprendiamo grandi battaglie per imbarcare i bagagli e siamo sempre gli ultimi a salire in aereo per il rotto della cuffia, ma dopo sole 20 ore di viaggio arriviamo a destinazione.
Otteniamo i visti, usciamo dall'aeroporto e veniamo circondati da decine di ragazzi che ci offrono aiuto e che naturalmente ci chiedono soldi. In cento metri e cinque minuti facciamo fuori 15 euro. Inizio scoppiettante.

Ci compattiamo all'interno di un bus scassato e inizia la folle corsa verso la città. Trovandomi a sfrecciare in mezzo a queste strade comprendo in un attimo come mai questo popolo abbia bisogno di così tante divinità a cui appellarsi. Il caos di Palermo, in confronto, è roba da dilettanti.

Finalmente si arriva a casa…


HOME SWEET HOME aka KATHMANDUVAISELOSCIACQUONENONCEL'HAI.

Che dire. È davvero difficile trovare le parole adatte.

L'appartamento si trova al piano terra di un piccolo edificio nell'area di Baneshwor, distretto di Buddhanagar. Sopra di noi l'ufficio di CCN (la nostra organizzazione partner) e sopra ancora il padrone di casa, con due piani abitabili e terrazza.

Lo spazio a nostra disposizione è davvero piccolo, buio e umido. Tutte le camere sono doppie, color verde menta, con una moquette a dir poco inquietante. I letti sembrano casse da morto, i materassi sono sottili come fogli di carta e praticamente ci troviamo a dormire sul legno. Non ci sono armadi: soltanto un filo che attraversa la stanza, su cui appoggiare qualche indumento.
La cucina è un buco nero di antimateria. Ci sono due fornelli a gas, cinque sedie di plastica intorno a un tavolo, il lavandino e, udite-udite, un frigorifero (!); una finestra dà direttamente su un muro di cemento, mentre l'altra si affaccia su una mini-discarica che teoricamente dovrebbe essere il giardino condominiale.

La stanza sociologicamente più interessante è sicuramente il bagno. Non esistono water né bidet, ma solamente una turca; dal momento che non esiste un sistema fognario propriamente funzionante, non possiamo buttare carta igienica nello scarico, a meno di voler assistere a un allegro spettacolo pirotecnico indoor, quello che tecnicamente si potrebbe definire uno show di merda. Accanto alla turca si trova la doccia, senza separazioni e senza rialzi; quando uno di noi si lava tutto il bagno viene allagato (abbiamo già adottato una procedura di cambio ciabatte ad ogni entrata e uscita dalla stanza per mantenere asciutto il resto della casa). Comodo senz'alcun dubbio.
L'acqua esce solo fredda, spesso manca o ne viene un filo e non abbiamo il riscaldamento. Ogni mattina è una disavventura, ma con l'arrivo dell'inverno ci sarà da ridere. Non abbiamo lavatrice, non ci sono stendini, né spazi utili per asciugare i vestiti; ci stiamo lavorando il padrone di casa per sfruttare la terrazza, ma già una sera ci ha lasciati chiusi fuori dal cancello di casa. Un tizio simpatico, aperto al dialogo.

Per terminare la panoramica, i telefoni non funzionano, non ricevo messaggi sul cellulare, ogni giorno va via la luce per diverse ore, i cani randagi fanno continui concerti notturni e una mattina ogni due ci sveglia una processione induista.
Insomma, casa dolce casa.

In tutto questo, è inutile dire che piove ogni giorno, da metà pomeriggio fino a notte inoltrata.
A ognuno il suo sciacquone, spero che voi apprezziate il vostro.

Per ora è tutto, saluti umidicci da Kathmandu.
A


____________
[English version]

FASTEN YOUR SEATBELT AND BRACE FOR IMPACT.

After two weeks of training in Palermo (Sicily), finally arrives the moment of the departure, Wednesday 18th July. It's a crazy day since the beginning. Once finished the last preparations, we say goodbye to our friends that are going to India and that shared with us this Sicilian adventure.

Six of us are left: Alice (cultural mediator from Arezzo), Giuliano (rasta engineer from Rome), Eleonora (orientalist from Varese, but citizen of the world), Simone (economist from Turin with a visceral love for Asia, ex Ferrari and Lamborghini driver), Emanuele (from Gela, a degree in cinema, globe-trotter by vocation) and me. Ready to go.

Palermo city centre - Punta Raisi airport - Roma Fiumicino - Doha (Qatar) - Kathmandu (Nepal).
We have to fight in every airport to embark our baggages and we're always the last ones to jump on the plane at the very last second, but in just 20 hours we reach our final destination.
We get the visas, we get out of the airport and we're immediately surrounded by dozens of kids offering their help and obviously asking for money. One hundred meters and five minutes we already spent 15 euros. What a beginning!

We push ourselves inside a tiny broken bus and we start the terrific ride to the city; rushing in the middle of these roads I understand in few seconds why this people need to prey to so many divinities. Palermo's chaos, in comparison, is for pussies.

And then our house, finally…


HOME SWEET HOME.

What can I say? I'm having big troubles in finding the right words.

The apartment is located at the ground floor of a small building in Baneshwor area, inside the district of Buddhanagar. The first floor is occupied by CCN's office (our partner organization), while the other two floors and the terrace belong to the householder.

Our space is very small, dark and humid. We've three double bedrooms, the walls are mint-green colored and there's a frightening moquette. The beds look almost like coffins, the mattresses are thin like paper and we basically sleep on the wood. We don't have furnitures: just one cable crossing the room, where we can hang few clothes.
The kitchen is an antimatter black hole. There are two gas stoves, five plastic chairs around a table, the sink and (surprisingly) a refrigerator (!); outside one window there's a grey concrete wall, while from the other one we can see a rubbish dump that should be our garden.

Sociologically, the most interesting room is certainly the bathroom. There's a Turkish toilet and, since there isn't a proper sewage system, we can't throw the paper inside, unless we want to enjoy an indoor pyrotechnic shit-show. Close to the Turkish toilet there's the shower, without any separation from the rest of the room; whenever one of us takes a shower all the bathroom gets flooded (we already studied a strategy to use a double pair of slippers, in order to keep dry the rest of the house). Very comfortable, without any doubt.
We only have cold water and there isn't any heating system. Every morning is a tragedy, but when the winter will come it's gonna be even better. We don't have the washing machine, there are no drying racks, nor useful areas to dry the clothes; we'll try to convince the owner to let us use the terrace, but few days ago he left us locked outside the main gate. What a nice guy.

Just to complete the overview, phones don't work, everyday we've blackouts for few hours, stray dogs entertain us with endless night concerts and once every two days we wake up with an Hindu procession.
Basically, home sweet home.

It's useless to say that it rains every day, from mid afternoon till late night.
Everyone has the flush toilet he deserves, I hope you appreciate yours.

That's all for now, damp greetings from Kathmandu.
A






10 commenti:

  1. Sono molto contento che hai iniziato a scrivere come da tempo mi dicevi, quindi attendo nuovi aggiornamenti soprattutto sull'evoluzione dello show merda indoor :)

    Melkio. il tuo amico quando tu sei lontano

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  2. E vai di Amuchina quanto basta..........
    Baci, Ma

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  3. vabè non ti hanno ancora rùbato i docùmenti *_°

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  4. Per i documenti c'è sempre tempo.
    Amuchina come se piovesse.
    Per il merda show ci stiamo attrezzando ;)

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  5. Io ci ho vissuto 24 anni, in una casa come quella, anzi peggiore: avevo la turca, non avevo il riscaldamento e ovviamente non avevo l'acqua calda, ma non avevo nemmeno la doccia. In inverno ci si lavava, poco, immersi in un semicupio. ( non è un mezzo gay, ma una tinozza di zinco. Come quella di trinità)
    Però ricordo quei tempi con dolcezza e nostalgia.
    Beato te!! Bacioni. Laura & Giovanni

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    1. Eh sì, bei tempi gli anni '20! ;)
      Per il momento non ci facciamo problemi, vedremo il futuro cosa ci riserverà.
      Per ovviare al problema dell'acqua calda ogni volta che faccio la doccia chiudo gli occhi e penso di essere a Dolcedo... Funziona!

      Baci,
      A

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  6. A proposito di Dolcedo, che sole, che caldo, che acqua caraibica!
    (e non ci sono nemmeno le meduse)
    Le prugne quest'anno sono dolcissime.
    I fichi, non ne parliamo, nettare.
    L'uva abbondante.
    Laura, lo sai, cucina dei veri manicaretti.
    Peccato che tu non possa venirci!
    Un vero peccato.
    (Ma non sarò mica un poco carogna?)
    Zia dice che un po' ti invidia, zia, sia chiaro.
    Un forte abbraccio da tutti due.

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    1. Oggi qui ci sono 90mila gradi sotto il sole, ma purtroppo manca il mare... Fatevi un bagno alla mia salute!
      Per il resto niente uva, prugne o fichi, mi consolo con quintali di mango.
      Ai manicaretti ci pensano i cuochi nepalesi! ;)

      Vado a sciacquare e stendere i panni prima che ricominci a piovere! ;)

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  7. Ciao, raccontaci appena puoi, come trascorri una tua giornata, di lavoro e di riposo.
    Cosa esattamente fai e come. Cosa ti piace e cosa invece no.
    Siamo molto curiosi di tutto quello che ti succede.
    Ricordandoti sempre con affetto, Laura & Giovanni, da Dolcedo un assolato saluto.

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    Risposte
    1. A breve pubblicherò nuove foto e qualche nuova storia.
      Appena la situazione lavorativa si stabilizzerà parlerò naturalmente anche di quello... ;)

      Salutate i pomodori, l'uva fragola e le meduse da parte mia.

      A

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